Sono passati esattamente cinque anni da quando il primo caso di Coronavirus venne accertato anche in Italia: i tristi dati e l’attuale monitoraggio.
Nessuno, a inizio febbraio 2020, pensava che da quel momento in poi nulla sarebbe più stato come prima. La pandemia, scatenatasi in Italia alla fine di febbraio di cinque anni fa, ha segnato le vite di tantissime persone e anche cambiato le nostre abitudini, sotto diversi punti di vista.
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Non soltanto i problemi di salute portati dal Coronavirus, ma anche le norme sanitarie da rispettare, il distanziamento sociale e tanto tempo passato in casa, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nella vita di tutti i cittadini del mondo, anche di quelli italiani.
A distanza di cinque anni dallo scoppio dell’emergenza Covid-19, il virus viene ancora monitorato e i dati sulle vittime purtroppo non fanno sorridere; i morti sono migliaia e in tanti ancora pagano le conseguenze, a livello fisico e psicologico, di una pandemia mondiale davvero tragica.
Covid-19, a cinque anni dalla pandemia: i dati e qual è la situazione oggi
Dopo alcuni casi e le prime misure per fronteggiare il diffondersi del Coronavirus, attuate dai vari paesi in tutto il mondo, l’11 marzo 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente l’inizio della pandemia, che verrà ritenuta conclusa solamente tre anni dopo, il 5 maggio 2023, quando l’Oms dichiarerà invece la fine dell’emergenza sanitaria.
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Come riporta l’ANSA, i numeri del ministero della Salute parlano di quanto questa pandemia sia stata devastante anche per l’Italia; una tragedia inimmaginabile solamente qualche settimana prima dello scoppio della pandemia, e che oggi ci lascia (in cinque anni) un totale di 27.191.249 casi, di cui 513.845 tra gli operatori sanitari. L’età media dei pazienti, secondo quanto riportato, è stata di 45 anni; 25.402.836 i guariti, mentre 197.563 i morti, ancora oggi compianti e ricordati.
Ormai da tempo, anche grazie all’arrivo dei vaccini, l’emergenza è lontana, ma l’invito è comunque quello di non abbassare la guardia; all’Ansa, la direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss, ha spiegato come il virus SarsCov2 sia ormai “entrato a far parte del ‘mix’ di patogeni respiratori che colpiscono soprattutto d’inverno”, e per questo è tra quelli costantemente monitorati dalla rete di sorveglianza RespiVirNet. Il peggio sembra ormai passato, ma l’attenzione deve essere sempre altissima.